Durante tutto il tormentato iter di approvazione della nuova Direttiva UE sulla Qualità dell’aria, la Regione Lombardia si è spesa con decisione per attenuarne il più possibile i limiti e procrastinarne l’entrata in vigore, come previsto dall’accordo fra il Consiglio ed il Parlamento europei varato in via definitiva da quest’ultimo nel febbraio scorso.
Il refrain è sempre il solito “Sì alla tutela dell’ambiente, no a posizioni ideologiche preconcette“, addirittura si è parlato di “irrazionalità ideologica” che “Porterebbe alla chiusura della Pianura Padana“.
E gli amministratori lombardi insistono, nonostante il sostanziale varo della Direttiva del febbraio scorso, che dovrebbe essere seguito da un passaggio solo formale in ottobre, forse con l’intento di riaprire la questione con la nuova Commissione europea. Infatti, il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega alle Relazioni internazionali e con l’UE, Raffaele Cattaneo, ha recentemente dichiarato che per Regione Lombardia, “la nuova Direttiva sulla qualità dell’aria imposta dall’Unione Europea per combattere l’inquinamento atmosferico introduce misure eccessivamente rigide che rischiano di soffocare il sistema economico della Lombardia mettendo in difficoltà i cittadini”.
Per ISDE Italia è necessario non far passare senza silenzio queste posizioni che si presentano come “razionali” e “realistiche” ed invece sono miopi e quelle sì davvero ideologiche. Lo argomenta con dovizia di dati Celestino Panizza (referente per la Lombardia di ISDE Italia).
“Cattaneo insiste pervicacemente nell’azione della Lombardia per contestare l’approvazione della direttiva sulla qualità dell’aria: continuando con azioni politiche inadeguate si adagia sull’ovvio. Con le politiche basate solo sugli incentivi per sostituzione di veicoli che come sempre l’Assessore ripropone, non si va da nessuna parte come dimostrano i dati sull’inquinamento dell’aria in Lombardia: dopo un miglioramento che si è registrato nei primi anni del 2000 la situazione non migliora o migliora troppo lentamente.
Le azioni per raggiungere gli obiettivi sono impegnative e devono concretizzarsi in diversi campi: agricoltura, mobilità, riduzione delle emissioni industriali, combustioni per riscaldamento. In definitiva si tratta di ripensare all’uso del territorio. La situazione della Lombardia e della valle del PO sono particolarmente critiche con costi sanitari enormi.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato per la Lombardia, quasi 12mila morti premature nel 2021 per l’esposizione al PM2,5 (121 morti ogni 100mila abitanti) e circa 3.500 morti premature per l’esposizione al biossido di azoto.
I benefici per la società derivanti da una riduzione costante e migliore dell’inquinamento atmosferico superano di gran lunga i relativi costi. Secondo le stime della Commissione, i costi diretti annuali per conformarsi ai vari scenari strategici analizzati nell’ambito della valutazione d’impatto che accompagna la direttiva in questione si collocano tra 3,3 e 7 miliardi di euro, mentre il valore monetario dei benefici per la salute e l’ambiente si attesta tra 36 e 130 miliardi di euro nel 2030, il che dimostra che i benefici della politica in materia di qualità dell’aria superano di gran lunga i costi della sua attuazione.
Certamente le soluzioni non sono semplici ma insistere in una visione miope rinunciataria del problema come fa Cattaneo vuol dire che si accettano costi assolutamente maggiori e che andremo incontro anche a pesanti sanzioni che l’Europa imporrà alla Lombardia.”
Nella presentazione pubblicata qui sotto Celestino Panizza presenta i dati che supportano questa posizione.