Il problema dei campi elettromagnetici eccessivamente invasivi è già stato trattato dalle nostre Associazioni in relazione a ripetitori, Wi-Fi e telefonia mobile. Nel corso degli anni si sono accumulate sempre maggiori prove sull’effetto nefasto dei campi elettromagnetici di eccessiva intensità sulla salute umana e ambientale. Nell’ultimo decennio sono state diffuse risoluzioni scientifiche e governative, consensi scientifici e documenti di posizione, rapporti di gruppi di scienziati indipendenti e appelli ai governi per invitare a limitare la diffusione dell’uso di tecnologie di comunicazione promuovendo standard di sicurezza per i campi elettromagnetici basati su evidenze biologiche.Alla conoscenza scientifica purtroppo, come nel caso dei pesticidi, delle emissioni gassose e degli inquinanti organici persistenti (POP), è generalmente seguita una notevole inerzia normativa sia a livello europeo che, ancora di più, nazionale. Ancora di più è trascurato, a livello politico e amministrativo, l’effetto sinergico di queste fonti di inquinamento, così come il Principio di Precauzione che dovrebbe guidare qualsiasi scelta in ambito gestionale. Nel frattempo i campi elettromagnetici artificiali e l’inquinamento diffuso hanno continuato ad aumentare significativamente per motivazioni maggiormente legate a interessi economici privati che a interesse per la salute pubblica e ambientale collettiva.
Negli ultimi tempi una notevole inquietudine si è diffusa anche presso i non addetti ai lavori per la nuova tecnologia 5 G che minaccia, in un quadro già pericoloso almeno a livello locale, un ulteriore incremento dei campi elettromagnetici artificiali in mancanza di regole adeguate, su uno sfondo in cui anche lo stesso controllo delle condizioni di esposizione della popolazione risulta assai carente. Per questi motivi e per porre all’attenzione pubblica e ai mass media i rischi correlati a queste tecnologie abbiamo trattato in maniera per quanto possibile sintetica le recenti informazioni provenienti dalla ricerca scientifica, offrendo al lettore una notevole bibliografia con la quale aumentare la propria conoscenza e farsi una propria idea della situazione presente a nostro parere già inquietante. Le conclusioni a cui siamo giunti è che, se è vero che non si possono bloccare le Innovazioni tecnologiche, esse devono essere tuttavia controllate da un costante adeguamento delle normative in relazione alle conoscenze scientifiche, privilegiando la salute e l’ambiente prima di qualsiasi interesse economico.
In particolare per tutelare la salute pubblica si rende indispensabile recepire gli studi scientifici più recenti ed attuare quanto indicato dalla Raccomandazione 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa del 2011, volta ad abbassare i limiti di esposizione alle radiofrequenza in relazione all’uso privato di telefoni mobili, telefoni DECT (cordless), WiFi, WLAN e WIMAX per computer, Baby Phones a 0,2 V/m sul “lungo termine”, mentre secondo il rapporto Bionitiative 2012 sulla base delle evidenze sperimentali e del principio di precauzione deve essere portato a 0,6 V/m nell’immediato.
In relazione al 5G, fermi restando i presupposti di cui sopra, è necessaria una moratoria per valutare adeguatamente gli effetti sulla salute e sull’ambiente delle frequenze utilizzate, anche in relazione alla loro prevista onni-pervadenza. Vanno inoltre adeguatamente valutati i possibili effetti sulla sempre più folta comunità degli Elettrosensibili.
Riteniamo doveroso il divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni, posto che la precoce esposizione a radiofrequenza rappresenta un aumentato rischio di sviluppo di cancro per effetto dell’accumulazione e in relazione alla sinergia con altri inquinanti ambientali e perché studi su animali hanno dimostrato disturbi neuro- comportamentali associati a questo tipo di esposizione. Altrettanto necessario è il divieto di installazione di reti Wi-Fi in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie, perché la radiofrequenza interferisce con il corretto funzionamento
neurologico. Vi deve essere obbligo per le Agenzie di Salute Pubblica valutare i rischi per la salute connesse alla radiofrequenza, selezionando studi scientifici indipendenti ed escludendo quelli finanziati dall’industria delle telecomunicazioni o da fondazioni ed
enti no-prot finanziati dalla stessa.
Riteniamo che debba essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica l’intera Strategia per le Telecomunicazioni. Ricordiamo che il processo di VAS impone criteri ampi di partecipazione, tutela degli interessi legittimi e trasparenza del processo decisionale, attraverso il coinvolgimento e la consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico che in interessato dall’iter
decisionale.
Auspichiamo la promozione di investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e sicura per la salute e per l’ambiente.
Su questi per noi ovvi presupposti siamo lieti di offrire al pubblico il nostro rapporto, che abbiamo svolto in modo del tutto indipendente. Gradiamo costruttivi feedback per migliorare ulteriormente la conoscenza di base e la divulgazione relativa alle problematiche poste dall’incremento dei campi elettromagnetici artificiali e alla necessità di un adeguata normativa e di processi per quanto possibile trasparenti e
partecipati di valutazione degli impatti delle nuove tecnologie.
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