Skip to main content

Sabato 24 aprile è in programma l’Assemblea nazionale dell’Ente: ISDE, Greenpeace e ReCommon chiedono una scelta lungimirante e in linea con gli accordi di Parigi

Sabato prossimo, 24 aprile, si svolgerà l’assemblea nazionale di ENPAM, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri italiani.

L’Associazione Medici per l’Ambiente, Greenpeace e ReCommon hanno scritto una lettera al presidente Alberto Oliveti e al Direttore generale Domenico Pimpinella affinché riconsiderino” interamente la struttura del “Portafoglio Strategico Italia“ chiedendo a Eurizon (gruppo Intesa Sanpaolo), gestore finanziario di fiducia di ENPAM, una riallocazione che porti al disinvestimento dai combustibili fossili, nello specifico dalle società carbonifere (secondo la Global Coal Exit List) e dell’Oil&Gas, per l’intera catena del valore, e sostenga le eccellenze italiane nelle energie rinnovabili.

Dal 2017 ENPAM, infatti, ha attivato il “Portafoglio Strategico Italia” con l’intento di sostenere, giustamente, il sistema Italia. Tale portafoglio oggi, assegna almeno 521 milioni di euro (con l’intenzione di portarlo a 1 miliardo di euro) all’industria dell’Oil&Gas. I verbali delle assemblee degli azionisti e numerosi dossier redatti da importanti organizzazioni non governative, nonché attori finanziari di primo piano hanno dimostrato come i piani industriali, anche quelli più recenti del 2021 e finanziati anche da ENPAM, non siano coerenti e in linea con gli accordi di Parigi e come anzi contribuiscano a rallentare pericolosamente la transizione energetica. Nodo cruciale e critico di tali piani industriali sta nella scelta del metano come combustibile di transizione senza che nemmeno si definiscano i tempi di tale transizione. Bruciare ancora metano, così come produrre idrogeno da metano (idrogeno “blu”), continua a liberare CO2 nell’atmosfera.

“Gli accordi della COP21 di Parigi hanno sancito come il blocco del riscaldamento globale passi attraverso una transizione energetica che, come raccomandato dall’ IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Changes), contempli l’abbandono di tutte le fonti fossili– dichiarano il Presidente di ISDE, Roberto Romizi, il Direttore generale di Greenpeace, Giuseppe Onufrio, e il Direttore dei programmi di ReCommon, Antonio Tricarico –  I medici nel mondo sono stati più volte chiamati a esercitare un ruolo di advocacy nei confronti dei responsabili e decisori. Già nel 2015 la British Medical Association invitava i medici e le istituzioni mediche a ritirare i loro soldi dalle società di combustibili fossili e a investire nelle energie rinnovabili facendo del cambiamento climatico e della salute una questione centrale nella sanità, nell’opinione pubblica e nella politica.In Europa si è assistito a importanti iniziative da parte dei medici tedeschi, per esempio, che hanno chiesto ed ottenuto nel 2018 che alcuni fondi pensione di medici disinvestissero da quegli asset facenti capo ad aziende del carbone, altri hanno divulgato le loro iniziative di advocacy su Lancet Planetary Health.”

 

Per leggere la lettera inviata, clicca QUA