La Sezione messinese dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente sta lanciando un appello al Presidente della Regione Sicilia ed al Ministro della Cultura per evitare che con i soldi del PNRR si distrugga la più grande cittadella fortificata della Sicilia, nonché più grande castello Federiciano del mondo invitando ad abbattere il “muro della vergogna” ai piedi della cinta spagnola del castello di Milazzo.
“L’area del Castello di Milazzo è una zona A1 di Tutela Monumentale ai sensi del Vincolo Ministeriale del 26/4/1966, normata con l’art. 35 delle norme tecniche di attuazione del PRG vigente a Milazzo in cui si legge che sono consentiti solo:
- consolidamento delle caratteristiche geomorfologiche;
- Rimboscamenti:
- Restauro conservativo.
E’ stato concesso finanziamento europeo tramite Ministero dell’Interno – Next Generation EU – CUP H59J21001560005. Con delibera G.M. del Comune di Milazzo n. 106 del 31/3/2023 è stato approvato il progetto esecutivo dei lavori denominati “Progetto di riqualificazione area limitrofa al Castello di Milazzo” in spregio dei vincoli esistenti con le autorizzazioni della Soprintendenza di Messina.
Con i soldi (450.000 euro) della Comunità Europea, l’amministrazione milazzese sta deturpando con una colata di cemento il Castello Federiciano più grande del mondo, conosciuto anche come Cittadella fortificata di Milazzo (la più estesa cittadella fortificata esistente in Sicilia con una superficie di 7 ettari e oltre 12000 m2 occupati da edifici), con insediamenti preistorici risalenti al 4000 a.C. circa, comprendenti insediamenti greci dell’VIII sec. circa, Romani del VII sec., Bizantini del V sec. d.C., Arabi, Normanni, Svevi, Angioini ed Aragonesi fino agli Spagnoli nel 1500!
L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, sezione di Messina, CHIEDE al Presidente della Regione Sicilia ed al Ministero della Cultura, il BLOCCO immediato del lavori ed il ripristino dello stato dei luoghi.
Si invia, in allegato, un appello che sta circolando sui social di tutto il mondo e tra gli Organi di Stampa, perché la cultura e l’identità della Sicilia possano essere preservate dalla distruzione totale.”