C’è il Comune di Occhiobello (RO) che già dal 2017 si sta impegnando per una graduale riduzione dell’uso dei pesticidi in tutte le aree verdi pubbliche fino ad arrivare all’eliminazione totale. Firenze vieta l’utilizzo di concimi chimici e di prodotti inquinanti come i diserbanti e gli antiparassitari per la gestione degli orti urbani. Poi c’è uno dei Comuni più piccoli d’Italia, Bergolo (CU), che su diretta richiesta dei cittadini ha avviato una serie di progetti per promuovere pratiche biologiche e sostenibili in agricoltura, coinvolgendo anche gli studenti del progetto Erasmus+. Il Comune di Gallese (VT) vieta l’utilizzo di qualsiasi trattamento insetticida o neonicotinoide (sostituto del DDT), causa scientificamente accertata delle morie di api e insetti impollinatori e lo spargimento di prodotti fitosanitari nei campi in presenza di vento per non contaminare altre colture non interessate. Carmignano (PO) si distingue per aver emesso un divieto di utilizzo dei diserbanti contenenti glifosato su tutto il territorio comunale, aree pubbliche e private, aree agricole ed extra agricole. Il Comune di Tollo (CH) ha deciso di ridurre la Tari per gli agricoltori biologici. Ci sono poi i Comuni che decidono di intervenire con determinazione sulle mense scolastiche, come Bologna e Spoleto: menù biologico, prodotti Dop e Igp, risparmio energetico delle cucine, riduzione dei rifiuti, ma anche mezzi di trasporto poco inquinanti e piattaforme distributive nell’ambito della filiera corta.
Sono alcuni dei Comuni che partecipano all’evento I Territori amano il Bio, organizzato dal progetto Cambia la Terra, promosso da FederBio insieme con Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente, Slow Food e WWF. Un’occasione per rilanciare la seconda edizione dell’assemblea delle amministrazioni locali che aderiscono all’elenco dei Comuni Liberi dai Pesticidi, quelli impegnati nello sviluppo dei metodi biologici, sia nei campi e nelle aree verdi urbane che nelle mense pubbliche.
Novità di quest’anno, è la realizzazione di un database che raccoglie tutte le ordinanze emesse dalle amministrazioni pubbliche che vanno nella direzione di un territorio libero da sostanze chimiche, in agricoltura, nelle aree verdi ma anche nelle mense pubbliche, ovvero nello specifico nelle scuole. Disponibile sul sito di Cambia la Terra, rappresenta un importante strumento di facilitazione per tutte le realtà che desiderano avviare politiche a supporto di una transizione ecologica sempre più necessaria.
A presentarlo, durante l’evento I territori amano il bio – realizzato nell’ambito del progetto Being Organic in Eu promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione europea ai sensi del Reg. EU n.1144/2014 -, assieme a 11 sindaci e assessori di città piccole e grandi in rappresentanza di circa un centinaio di Comuni Liberi dai pesticidi, Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, insieme a Rocco Ferraro, consigliere delegato Ambiente, Transizione ecologica, Aree Protette, Tutela degli animali di Città metropolitana di Roma Capitale; Fabio Bonanno, referente dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Roma sul tema della food policy; Laura La Spada, Slow Food Italia; Natalija Svrtan, Rete delle Città Libere dai Pesticidi; Franco Ferroni, comitato dei Garanti Cambia la Terra. L’evento si è svolto questa mattina a Roma, a Palazzo Valentini, con il patrocinio della Città metropolitana di Roma Capitale.
“La sensibilità delle amministrazioni pubbliche verso la diminuzione del rilascio di sostanze chimiche di sintesi nei campi dove si coltivano i nostri cibi, così come nelle aree verdi cittadine – a partire da scuole e campi da gioco – è in crescita”, dice Maria Grazia Mammuccini. “Lo stesso accade per le mense scolastiche, soprattutto in grandi città come Bologna e Firenze. La rete dei Comuni che stanno superando la chimica di sintesi è vasta e colpisce anche la coesistenza tra piccolissimi territori e grandi aree metropolitane. Ma occorre uno sforzo ulteriore per accompagnare sia le amministrazioni pubbliche che gli agricoltori verso la transizione: come in tutti i momenti di passaggio, occorrono investimenti ma anche e soprattutto volontà politica di innovare, di far fare un balzo in avanti alla sostenibilità ma anche alla qualità del cibo e dello stile di vita del nostro Paese”.
Un patto che trova concretezza anche nell’impegno a sottoscrivere un Protocollo tra FederBio e Città Metropolitana di Roma, uno dei passi più importanti per impegnare i 121 Comuni della Città metropolitana a sviluppare al massimo le alternative all’utilizzo della chimica di sintesi nei campi e nelle aree verdi urbane, così come le mense scolastiche biologiche. “Ritengo sia necessario prestare particolare attenzione a questa tematica cercando di coinvolgere e sensibilizzare le amministrazioni dei Comuni del territorio metropolitano per una consapevole inversione di rotta, coerentemente con gli obiettivi fissati da questa amministrazione in materia di transizione ecologica. Sono inoltre entusiasta anche del progetto di realizzazione di un database comune per andare tutti nella stessa direzione a velocitá sostenuta”, ha detto Rocco Ferraro, consigliere delegato Ambiente della Città metropolitana di Roma.
L’incontro è stato l’occasione per consegnare delle menzioni speciali per i Comuni che si sono impegnati in vari campi nella limitazione allʼ uso di pesticidi nel loro territorio e nello sviluppo del bio, a partire dalle mense. Ad assegnarle i rappresentanti delle Associazioni del progetto Cambia la Terra: Laura Reali (Isde – Medici per l’Ambiente), Andrea Minutolo (Legambiente), Giorgia Gaibani (Lipu), Franco Ferroni (WWF) e Laura La Spada (Slow Food Italia).
In Europa vengono utilizzate quasi 500 mila tonnellate di pesticidi, a livello globale si arriva a 4 milioni. Solo in Italia nel 2020 ne sono stati venduti 125 milioni di chili, pari a 5,2 chili per ettaro di terreno coltivato. Sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per proteggere i raccolti da parassiti e altri organismi infestanti ma che, inevitabilmente, finiscono per contaminare suolo, acque e aria, creando un forte impatto a danno della salute dell’uomo e dell’ambiente. L’Unione europea da anni è impegnata per ridurli ma, seppure abbia una delle legislazioni più avanzate al mondo, non è riuscita a ottenere i risultati sperati. Al momento quella in vigore risale al 2009: dal 1990 a oggi, infatti, il calo è di appena lo 0,2%.
Ma se in trent’anni si è fatto poco, ora è il tempo di accelerare. A segnare un nuovo passo è la Commissione europea che con le Strategie sulla biodiversità e la Farm to Fork, fissa la riduzione dei pesticidi del 50% entro il 2030. Nello stesso anno la Commissione mira a raggiungere il 25% della superficie agricola utilizzata (SAU) coltivata con metodo biologico. Strategie che però aspettano l’applicazione di una più attuale normativa che permetta di raggiungere e, al meglio, superare questi obiettivi. Nell’attesa di norme europee più efficaci, i territori non rimangono ad aspettare.
L’evento appena concluso, dimostra infatti che sono tante le amministrazioni europee e italiane che si stanno impegnando in un percorso che limiti fino a eliminare del tutto l’utilizzo dei pesticidi. E fare rete è sicuramente il modo migliore per diffondere le buone pratiche a uno spazio sempre più ampio.
Hanno partecipato all’evento I Territori amano il bio: Sondra Coizzi, sindaca di Occhiobello (RO); Maria Rosa Conti, assessora alla Sostenibilità e alla Coesione di Pesaro (PU); Andrea Giorgio, assessore all’Ambiente e alla transizione ecologica, Comune di Firenze; Stefano Locatelli, vice sindaco Chiuduno (BG) – delegato Agricoltura ANCI; Mario Marone, sindaco di Bergolo (CN); Rosanna Mazzia, sindaca di Roseto Capo Spulico (CS) – presidente dei Borghi Autentici; Giacomo Nardoni, consigliere di Gallese (VT); con delega Agricoltura e Ambiente; Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano (PO); Angelo Radica, sindaco di Tollo (CH); Chiara Serafini, responsabile Controlli e Sviluppo Qualità Pasti, Comune di Bologna; Andrea Sisti, sindaco di Spoleto.