La situazione di generale degrado ambientale e l’impatto sulla salute degli inquinanti dell’aria sono ormai noti e viene chiesto a tutti di ridurre le emissioni. La Provincia di Trento per la situazione geografica dovrebbe essere particolarmente attenta all’ ambiente anche per incrementare l’economia legata al turismo (spot pubblicitario: “Respira sei in Trentino”).
Per questo stupisce negativamente che la Provincia autonoma di Trento previo il parere favorevole del Comune di Pergine Valsugana (21500 abitanti a 10 km da Trento) abbia autorizzato la collocazione di un impianto sperimentale di trattamento pirolitico dei rifiuti in un capannone in vicinanza di siti sensibili quali asilo nido (a 230 metri di distanza), scuola dell’infanzia, scuola primaria e secondaria ed un centro sportivo con pista di atletica. L’impianto gestito da una società a responsabilità limitata con sede in un centro commerciale di Lugano effettuerà una sperimentazione al solo scopo commerciale, utilizzando rifiuti di varie tipologie tra cui oli commerciali, rifiuti urbani non differenziati, digestato di rifiuti urbani, fanghi industriali, importate da fuori provincia. L’impianto inoltre non avrà ricadute occupazionali mentre libererà in aria Syngas costituito da idrogeno (H2), metano (CH4), monossido di carbonio (CO) e biossido di carbonio (CO2) oltre a numerosi altri composti tossici che dipendono dal materiale di origine.
L’ impianto ha ottenuto il nulla osta dall’ APPA (agenzia provinciale per l’ambiente) per il fatto che essendo attivato in maniera continuativa non dovrebbe raggiungere quantità di emissioni di sostanze nocive al di sopra dei limiti di legge.
Il limite di legge, però, non corrisponde assolutamente al limite biologici: nell’ organismo alcune sostanze si accumulano, altre, pur in dosi minime, si sommano con altre creando un pericoloso effetto cocktail. I bambini, inoltre, sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento ambientale durante la vita fetale e nei loro primi anni di vita, quando i loro organi, i polmoni ed il sistema nervoso centrale, sono ancora in fase di maturazione.
I cittadini preoccupati hanno chiesto un aiuto ai medici per l’ambiente (ISDE), che ha collaborato con una attività di advocacy fornendo al decisore (audizione in commissione provinciale) gli elementi che rendono assolutamente sfavorevole una tale sperimentazione in prossimità di luoghi sensibili.
La decisione doveva, ovviamente, essere politica, stante il nulla osta di APPA, considerando ciò che è meglio per la popolazione residente in prossimità, ma si è preferito non intervenire, a dispetto del principio di precauzione.
Questa è una situazione paradossale in cui una sperimentazione con fine unicamente commerciale, avviene in una zona molto urbanizzata, esponendo a rischio i cittadini specie delle fasce più fragili come i bambini e ciò giustificato da un rispetto (autocertificato) dei limiti di legge nelle emissioni.