Torna il dossier “Stop pesticidi”, realizzato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero allo scopo di fotografare la situazione, da Nord a Sud della Penisola, circa l’utilizzo di fitofarmaci in ambito agricolo
Il 19 dicembre 2022 a Roma è stato presentato il dossier “Stop pesticidi”, realizzato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero allo scopo di fotografare la situazione, da Nord a Sud della Penisola, circa l’utilizzo di fitofarmaci in ambito agricolo. Nell’edizione 2022, oltre all’analisi dei dati pervenuti, ci sono anche interessanti contributi esterni sia di carattere scientifico che da parte di soggetti impegnati nella riduzione degli impatti ambientali.
I dati del report evidenziano che in Italia l’impiego di sostanze chimiche nocive utilizzate per combattere piante infestanti, insetti, funghi e prevenire il possibile sviluppo di malattie biotiche, è purtroppo ancora estremamente diffuso. Eppure, è ampiamente dimostrata la possibilità di ridurne l’utilizzo sia attraverso le strategie di lotta integrata che ricorrendo a tecniche di intervento o prevenzione alternative, tra cui l’applicazione di corrette pratiche di gestione agronomica, l’agricoltura biologica, l’utilizzo di specie antagoniste e fitofarmaci di origine naturale.
Alla presentazione del dossier ha partecipato la Dott.ssa Renata Alleva, (nutrizionista, dirigente di ISDE Italia e vicepresidente dell’ordine dei biologi dell’Emilia Romagna – Marche) con una relazione sul rapporto tra pesticidi e salute. Nel suo intervento, la dottoressa ha approfondito come l’esposizione anche a basse concentrazioni di pesticidi, se cronica e prolungata nel tempo (lavorativa, residenziale o legata alla catena alimentare) rappresenti un importante fattore di rischio associato all’insorgenza di molte patologie a carico della salute umana, tra cui: danni al sistema immunitario, danni riproduttivi, in particolare, relativi alla riduzione della fertilità maschile; danni al sistema endocrino (soprattutto a carico della tiroide); danni di vario genere a carico della salute infantile per esposizione in utero (otite, asma, stress respiratorio, diminuzione della crescita fetale e durata della gestazione, alcuni tipi di malformazioni, quali criptorchidismo e ipospadia nei maschi, pubertà precoce nelle femmine).
Le evidenze scientifiche che rendono l’esposizione ai pesticidi particolarmente preoccupanti per la salute umana sono principalmente tre: sono persistenti per anni nell’ambiente e ubiquitarie nella catena alimentare; possono esercitare l’effetto nocivo non solo su chi è esposto ma, colpendo anche le cellule riproduttive, si possono trasmettere alle generazioni successive mediante un meccanismo epigenetico; i loro effetti si manifestano spesso molti anni dopo e questo rende l’esposizione in “utero” particolarmente critica sia per i disturbi del neuro-sviluppo che per alcuni tumori che si manifestano in età pediatrica e neonatale.
La neurotossicità indotta da pesticidi è considerata come uno dei più importanti problemi di salute umana, poiché la maggior parte dei pesticidi tra cui organoclorurati, organofosfati, carbammati, agisce principalmente mirando alla struttura e ai componenti del sistema nervoso.Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, l’esposizione lavorativa a pesticidi, e’ associata ad un aumentato rischio di sviluppare un Parkinson, che per tali motivi, e’ riconosciuta malattia professionale in Francia, dal 2012. A maggiore conferma, recentemente e’ stata pubblicata una meta-analisi , che ha analizzato le esposizioni professionali in relazione al rischio di ammalarsi di SLA, Alzheimer oltre che al morbo di
Parkinson, da cui e’ emerso che l’esposizione a pesticidi, aumenta il rischio del 50% di ammalarsi di tutte le patologie citate e le associazioni maggiori sono con pesticidi non classificati (39%), con insetticidi (36%) e con erbicidi 16% ( glifosato). Recenti studi hanno inoltre fornito ampie prove sul fatto che l’esposizione alimentare a pesticidi possa influenzare negativamente la salute dei consumatori, causando alterazioni del microbioma intestinale.
CLICCA QUA PER LEGGERE IL REPORT