Intervento di Francesco Romizi, responsabile ufficio stampa e comunicazione ISDE Italia, su l’Extraterrestre, supplemento de Il Manifesto.
Alla fine del 2023, l’UE dovrà decidere se rinnovare la licenza europea del glifosato. Il glifosato è il diserbante più utilizzato al mondo. L’uso diffuso provoca gravi danni alla biodiversità e alla salute. Si contesta, in particolare, l’uso che ne viene fatto nelle coltivazioni di grano, per uccidere e riseminare i prati nell’allevamento da latte e l’uso per controllare la crescita dell’erba nelle città. Inquina gravemente l’acqua e ha un impatto negativo sulla salute del suolo. È onnipresente, la sostanza e i suoi prodotti di degradazione possono essere rilevati nel sangue e nelle urine della maggior parte degli esseri umani.
L’agenzia europea per le sostanza chimiche, ECHA, ha già dato il via libera, non valutando molti studi indipendenti e contributi scientifici. Ora spetta all’autorità per la sicurezza alimentare,EFSA, elaborare un parere basato su tutti gli aspetti rilevanti per la salute e la biodiversità. Successivamente, spetterà alla Commissione europea presentare una proposta e agli Stati membri decidere.
“Ancora una volta chiediamo ai politici europei di votare contro il rinnovo del glifosato e di smetterla di chiudere un occhio sugli impatti che questo pesticida può avere sulla salute umana e sull’ambiente” ha affermato il dott. Angeliki Lyssimachou ricercatore di PAN, il più grosso ente europeo che si occupa di contrastare l’uso dei fitofarmaci.
In una convegno promosso dai Verdi europei a Bruxelles dal titolo “ Ecco le alternative al glifosato”, l’esperto italiano di cancroDaniele Mandrioli, dell’Istituto Ramazzini, ha presentato “lo studio più completo mai condotto sui pesticidi. “
Nel suo intervento ha evidenziato che i primi risultati preliminari mostrano vari effetti dannosi per la salute derivanti dall’esposizione al glifosato a livelli attualmente considerati sicuri dagli standard europei. L’esposizione al glifosato a dosi considerate sicure in Europa ha innescato alterazioni nel microbioma, con effetti su batteri intestinali e funghi benefici. “Quando interrotto, molte condizioni metaboliche, molte malattie, sono state collegate a queste alterazioni”, ha ricordato Mandrioli. Le prove sono solide.
Lo studio ha osservato che vi erano interruzioni del sistema endocrino (ormonale) e un aumento dei livelli di testosterone nelle donne esposte al glifosato. I ricercatori hanno trovato un “allungamento della distanza anogenitale, che anticipa diversi potenziali problemi” correlato a uno squilibrio ormonale nei neonati che potrebbe comprometterne lo sviluppo.
Norbert Fraeyman dell’Università di Gand ha affermato che esiste un “ampio consenso scientifico” sul fatto che il glifosato sia cancerogeno. “Il glifosato è sicuramente cancerogeno, ma è molto più debole rispetto al fumo di sigarette o all’amianto”. Ha anche aggiunto che il glifosato è “un ottimo erbicida” perché è molto tossico per tutte le piante ma dovrebbe comunque essere bandito dall’uso in agricoltura. “Non solo perché è cancerogeno, ma per le tante altre proprietà tossiche”.
Secondo Gergely Simon, esperto di prodotti chimici: “Il glifosato rappresenta un rischio non solo per la salute umana ma anche per una varietà di organismi viventi (ad esempio impollinatori, organismi acquatici, microrganismi del suolo) e con ciò minaccia la biodiversità e il futuro della nostra agricoltura. L’agroindustria afferma che non ci sono alternative praticabili: il nuovo rapporto di PAN Europe mostra, invece, che esistono alternative non chimiche molto più sicure per tutti i principali usi conosciuti emostra come la transizione verso un’agricoltura senza glifosato sia economicamente fattibile”.
L’agricoltore francese Jean-Bernard Lozier ha spiegato come è riuscito a ridurre dell’80% l’uso dei pesticidi nei suoi terreni agricoli. Molti dei suoi vicini hanno iniziato a fare lo stesso e hanno ridotto del 50% in soli due anni. Il rendimento dei suoi terreni è leggermente inferiore, ma lo sono anche i suoi costi. La redditività della sua azienda agricola non è, quindi, diminuita. Ha dichiarato di essere felice, perché sta investendo nella biodiversitàe nel suolo sano.È riuscito a eliminare gradualmente la maggior parte degli usi del glifosato senza conseguenze negative.
La giornalista statunitense Carey Gillam, autrice del libro ‘The Monsanto Papers’ ha raccontato fin dove si spingeranno alcune aziende chimiche per tutelare i propri interessi. Il suo libro parla di politici corrotti che favoriscono gli studi scientifici commissionati dalle grandi industrie rispetto alle ricerche indipendenti, la schiacciante quantità di prove scientifiche indipendenti che legano il glifosato a una miriade di danni alla salute e all’ambiente e la devastazione operata su innumerevoli vite umane. Infine ha presentato una nuova ricerca americana, pubblicata lo scorso gennaio, che rileva come tra gli agricoltori e i lavoratori agricoli esposti al glifosato vi sono biomarcatori urinari elevati, collegati a modifiche del DNA e allo sviluppo del cancro.
Al convegno dei Verdi europei era presente anche lo scienziato Chris Portier, già direttore del Centro nazionale per la salute ambientale presso i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie ed ex direttore dell’Agenzia per le sostanze tossiche e il registro delle malattie. Portier ha partecipato come esperto alle attività di revisione sul glifosato promosse dall’agenzia per il cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che ha classificato l’erbicida come probabilmente cancerogeno per l’uomo.
A Bruxelles, ha raccontato come le autorità di regolamentazione abbiano ripetutamente piegato le regole per ignorare o distorcere le scoperte scientifiche in modo da consentire loro di mantenere il glifosato sul mercato. Ha ribadito ciò che ha detto innumerevoli volte in giro per il mondo: ampie prove scientifiche collegano la sostanza chimica al cancro. Portier è stato, tra l’altro, un testimone per i querelanti in molteplici cause legali contro la Monsanto intentate da persone che affermavano di aver sviluppato il cancro a causa dell’esposizione al Roundup, il più famoso erbicida al mondo.
Anche in Italia, associazioni, enti e istituti di ricerca scientifica stanno scaldando i motori: si preannuncia un autunno caldo anche per la battaglia contro il glifosato. Per la salute dell’uomo e per l’ambiente.
La coalizione europea stop glifosato
La coalizione europea Stop Glifosato, nata nel 2017 per promuovere la proposta di legge popolare europea (ICE) per il divieto del glifosato, è stata rilanciata in queste settimane. Ne fanno parte numerose associazioni italiane ed europee, tra cui WWF, ISDE, Greenpeace e centri di ricerca. Obiettivo principale è quello di raggiungere un futuro senza pesticidi e, nell’immediato, lottare affinché l’Unione Europea non rinnovi la licenza del glifosato. La coalizione, non accettando finanziamenti da aziende private o da enti pubblici, ha deciso di lanciare una campagna di crowdfunding. Per resistere alle multinazionalidell’agroindustria, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i cittadine e le cittadine che hanno a cuore la salute dell’uomo e del Pianeta.
Il link per aderire alla campagna è: https://gofund.me/69ec9192