Secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi da XDI (Cross Dependency Analysis), leader mondiale nell’analisi dei rischi fisici legati al clima, 1 ospedale su 12 in tutto il mondo potrebbe subire una chiusura parziale o totale a causa di eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico se i Paesi non riusciranno a contenere le emissioni di combustibili fossili.
Di conseguenza, le comunità colpite da uragani, forti tempeste, inondazioni, incendi boschivi e altri disastri potrebbero essere tagliate fuori dalle cure ospedaliere d’emergenza proprio quando ne hanno più bisogno. I Paesi a basso e medio reddito sono i più a rischio.
“I cambiamenti climatici hanno un impatto crescente sulla salute delle persone in tutto il mondo. Cosa succede quando il maltempo provoca anche la chiusura degli ospedali? La nostra analisi mostra che senza una rapida eliminazione dei combustibili fossili, i rischi per la salute globale si aggraveranno ulteriormente, dato che migliaia di ospedali non saranno in grado di fornire servizi durante le crisi”, ha dichiarato il dottor Karl Mallon, direttore di Scienza e Tecnologia, XDI (Cross Dependency Initiative).
I principali risultati del Rapporto sul rischio climatico dell’infrastruttura ospedaliera globale 2023 di XDI
- Senza una rapida eliminazione dei combustibili fossili, entro la fine del secolo un ospedale su 12 in tutto il mondo sarà ad alto rischio di chiusura totale o parziale a causa di eventi meteorologici estremi, per un totale di 16.245 ospedali. Si tratta di quasi il doppio degli ospedali attualmente ad alto rischio. Un edificio residenziale o commerciale con questo livello di rischio sarebbe considerato non assicurabile.
- Tutti questi 16.245 ospedali dovranno essere adattati, ove possibile. Anche con questo enorme investimento, il trasferimento sarà l’unica opzione per molti.
- Dei 16.245 ospedali identificati come ad alto rischio entro il 2100, il 71% (11.512) si trova in Paesi a basso e medio reddito.
- Limitare il riscaldamento globale a 1,8 gradi celsius con una rapida eliminazione dei combustibili fossili dimezzerebbe il rischio di danni alle infrastrutture ospedaliere rispetto a uno scenario di emissioni elevate. In caso di emissioni elevate, il rischio di danni agli ospedali di tutto il mondo dovuti a fenomeni meteorologici estremi aumenterà di oltre quattro volte (311%) entro la fine del secolo. In uno scenario a basse emissioni, questo aumento del rischio si riduce ad appena il 106%.
- Oggi, il Sud-Est asiatico ha la più alta percentuale di ospedali ad alto rischio di danni da eventi meteorologici estremi al mondo. Con emissioni elevate, quasi un ospedale su cinque (18,4%) nel Sud-Est asiatico sarà ad alto rischio di chiusura totale o parziale entro la fine del secolo.
- L’Asia meridionale ha il maggior numero di ospedali a rischio, a causa dell’elevato numero di abitanti. Entro il 2050, un terzo di tutti gli ospedali ad alto rischio (3.357) nel mondo si troverà in Asia meridionale se le emissioni saranno elevate. Entro il 2100 la cifra potrebbe salire a 5.894.
- Gli ospedali situati sulle coste e vicino ai fiumi sono i più a rischio. Oggi le inondazioni fluviali e di superficie dominano il rischio di danni agli ospedali. Verso la fine del secolo, l’inondazione costiera aumenterà rapidamente (esacerbata dall’innalzamento del livello del mare) e diventerà il rischio più significativo dopo le inondazioni fluviali entro il 2100.
“La cosa più ovvia per ridurre drasticamente questo rischio per gli ospedali e per mantenere le comunità al sicuro è ridurre le emissioni”, ha dichiarato il dottor Karl Mallon.
Agostino Di Ciaula, Presidente comitato scientifico ISDE Italia, ha dichiarato:
“Contemporaneamente all’inaugurazione della COP 28, il rapporto della XDI ci ricorda drammaticamente che le conseguenze delle modificazioni climatiche colpiscono non solo le persone ma anche le infrastrutture più vulnerabili e necessarie e tra queste gli ospedali, centri vitali per la sopravvivenza di intere comunità. Una mancata, rapida inversione di rotta sul fronte dei combustibili fossili significherà, entro la fine del secolo, la possibile chiusura di un ospedale su 12 a livello globale e questo avverrà soprattutto nelle aree con minore capacità di resilienza. Come ISDE ricorda da anni, le modificazioni climatiche sono amplificatori di criticità esistenti e ignorare le sollecitazioni del rapporto XDI significherà, ancora una volta, essere colpevolmente inerti su un fronte che non permette più ritardi”